Tutti i nomi
Stile
inconfondibile, sottilmente ironico, quello di Saramago: un ritmo
dapprima lento che si fa a poco a poco incalzante, una punteggiatura
costituita solo da virgole e punti, nonostante i numerosi dialoghi.
Fra
tutti i nomi cui il titolo si riferisce, il lettore ne conoscerà uno
solo, quello del protagonista: il Signor José.
I
colleghi, i capi ed i vice saranno invece contraddistinti solo dai
loro incarichi; anche la donna sulle cui tracce si metterà lo
scritturale, rimarrà anonima.
La
stessa città dove si svolge l'azione è indefinita, per di più come
sospesa, potremmo dire, fra passato e presente.
Due
imponenti edifici fanno da cornice all'intero romanzo: da una parte
la Conservatoria Generale dell'Anagrafe, e dall'altra, copia fedele,
gli uffici del Cimitero Generale.
In
entrambi i casi, vi si accede varcando un identico portale, mentre,
all'interno, parallelo all'entrata, un bancone attraversa il grande
locale da una parete all'altra.
Dietro
il bancone trovano posto gli impiegati, secondo uno schema a
piramide, che segue la più rigida gerarchia, e al cui vertice si
trovano rispettivamente il Conservatore per la Conservatoria
dell'Anagrafe ed il Curatore per il Cimitero.
La
Conservatoria Generale dell'Anagrafe, sebbene immensa, è fiocamente
illuminata, polverosa e malsana: le scartoffie hanno preso il
sopravvento, occupando gran parte dello spazio disponibile (in
assenza, si dovrà ammettere, di un efficace criterio di
catalogazione). L'atmosfera, al suo interno, è altrettanto cupa,
inesistenti i rapporti fra colleghi, soggiogati da un'austera
disciplina.
Vita
e morte si rincorrono, indissolubilmente appaiate, anche quando si
tratta della loro semplice registrazione su di un documento (nessuno
meglio di un addetto ai lavori può capire), poiché, come lo stesso
Saramago annota, sono i documenti che “conferiscono esistenza
legale alla realtà dell'esistenza”.
Legato
per logica conseguenza alla Conservatoria, è il Cimitero: un luogo
ameno, rispetto alla prima (la mente corre, per associazione, al
Cementerio dos Prazeres di Lisbona), che, privo ormai delle mura
perimetrali, si ramifica all'interno della città, ne modifica il
paesaggio, ne cambia i confini, si insinua nei campi e negli orti,
mescolando, irrimediabilmente, il mondo dei morti con quello dei
vivi.
All'interno
del Cimitero pascolano quindi le pecore, crescono frondosi alberi,
scorrono ruscelli. Lungo i suoi interminabili viali passeggiano i
visitatori; insomma un luogo notoriamente deputato alla morte,
pullula invece di vita.
Il
tran tran quotidiano del Signor José, grigio scritturale ausiliario
della Conservatoria, sarà stravolto dall'ossessione per una donna
che lui nemmeno conosce, se non attraverso gli scarni dati di una
scheda anagrafica.
José,
un uomo di mezza età, privo di affetti, che conduce una misera
esistenza - ma sempre nel pieno rispetto delle regole - d'un tratto
comincia a mentire, commette infrazioni, passa notti insonni, oppure
all'addiaccio.
A
causa di questa ricerca, sulla quale si incaponisce, la sua vita
professionale comincia a risentirne; mentre è la sua vita privata a
guadagnarci, il Sig. Josè d'un tratto si scopre, con sua stessa
meraviglia, essere un uomo arguto: sa affrontare gli imprevisti,
pianifica le sue mosse, dissimula egregiamente.
Si
sente meno solo, perché stringe amicizia con un'anziana signora, e
comincia ad interrogarsi sull'amore.
E
a riprova che vita e morte si intrecciano, sarà dalla morte di
un'altra persona, che la vita del Sig. Josè acquisterà finalmente
un senso.
Titolo
originale: Todos os nomes
Autore:
José Saramago
Editore:
Feltrinelli 2010
Anno:
1997
Genere:
Romanzo
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