.. il nemico è scappato è vinto
è battuto
dietro la collina non c'è più
nessuno
solo aghi di pino e silenzio e
funghi ...
(F. De Gregori - Generale)
Bergen è una piccola città vicino ad
Hannover. La segnaletica che conduce al campo di concentramento dove
morì - fra gli altri - Anna Frank, é imprecisa e quasi assente.
Non esiste una biglietteria (questa non
è un'attrazione turistica), solo una sala che raccoglie fotografie
d'archivio, e documenti.
Al sito vero e proprio si giunge
attraverso un breve tragitto; in totale, sono circa cinquantacinque
ettari di terreno.
I miei occhi si posano su di un grande
prato (secondo le note esplicative, in origine questa era la "main
street" del campo, che aveva la funzione di suddividerlo in due
aree ben distinte).
Un sentiero si snoda lungo tutto il
perimetro dell'area; dietro un cespuglio si trovano i ruderi dei
bagni, solitamente la prima tappa dei deportati.
Là dove nel 1945 sorgevano i depositi
e gli uffici amministrativi, là dove si trovavano le baracche dei
prigionieri, ora ci sono solo alberi.
Niente altro.
Più decentrati, l'obelisco dedicato
agli ebrei, e le fosse comuni.
E poi il verde, una leggera brezza, il
canto degli uccelli.
Terminata la visita, nel piazzale
antistante l'ingresso, incrocio una comitiva di anziani turisti che è
arrivata da poco. Fra questi, molti cominciano a scattare le prime
fotografie, quasi freneticamente.
Rimarranno delusi, come é giusto che
sia.
Nessun commento:
Posta un commento