Il
libro di sabbia
TRAMA:
È il fantastico il carattere
dominante di questi tredici racconti, cui se ne aggiungono altri
quattro in appendice mai radunati in un volume, in cui si concentrano
i temi e i simboli che a Borges sembrano connaturati. In "L'altro",
Borges settantenne, seduto su una panchina a Cambridge nel 1969,
discorre con se stesso ventenne, seduto su quella stessa panchina a
Ginevra nel 1918; nel "Libro di sabbia", il narratore
acquista un libro senza principio né fine, composto da un numero
infinito di pagine numerate arbitrariamente. Questi racconti
rappresentano un ritorno alle atmosfere lucidamente visionarie degli
scritti degli anni Quaranta. Ma diversa è la scrittura. Lo stile
piano, quasi orale, si congiunge con una trama impossibile.
RECENSIONE:
Il libro di sabbia fu
pubblicato per la prima volta nel 1975. L'editore Adelphi lo propone
con l'aggiunta, in appendice, d'altri quattro brevi racconti.
Borges, nella sua vita, scrisse effettivamente solo racconti,
convinto che questi, a differenza dei romanzi, "si
potessero abbracciare in un solo sguardo".
L'amore
sconfinato per i libri emerge anche in quest'opera, a partire dal
titolo stesso. Del resto, poche definizioni del libro, inteso come
strumento, sono più efficaci rispetto a quella fornita dallo stesso
autore: "Il più
sorprendente fra i vari strumenti dell'uomo. Gli altri sono
estensioni del suo corpo. Il microscopio, il telescopio sono
estensioni della sua vista; il telefono, estensione della sua voce;
l'aratro e la spada, estensioni del suo braccio. Ma il libro è
un'altra cosa; il libro è un'estensione della memoria e
dell'immaginazione."
In
un'atmosfera onirica s'intraprende il viaggio attraverso le
inquietudini, i paradossi e i temi ricorrenti dello scrittore. La
biblioteca, il labirinto, lo specchio, l'altro.
Numerosi
sono i riferimenti autobiografici. Nel racconto L'altro e in
Venticinque agosto 1983 il protagonista (Borges medesimo)
incontra un altro sé stesso in una diversa età: nel primo caso l'io
narrante è il sé più anziano, nel secondo esattamente il
contrario.
Ci
si è spesso chiesti se Borges fosse più filosofo o più scrittore.
Indubbiamente i suoi racconti, ricchi di citazioni, evidenziano la
sua raffinatissima erudizione.
L'autore,
per sua stessa ammissione, cominciò molto presto ad interessarsi
alla filosofia. Nel racconto iniziale della raccolta, l'incontro fra
i due Borges avviene davanti ad un fiume: l'accenno al tutto
scorre di Eraclito, quindi, non risulta essere per nulla casuale.
I
riferimenti filosofici non finiscono qui. Il tema dell'infinito, che
l'autore propose in tante sue poesie, è ripreso anche ne Il libro
di sabbia e Le tigri blu. Nel primo si narra di un libro
costituito da un numero infinito di pagine, che si moltiplicano e
dividono a seconda del momento. Impossibile sperare di mettere ordine
fra le stesse pagine, poiché esse sono appunto come granelli di
sabbia, che si disperdono e si ricompongono, senza rispondere ad
alcuna legge fisica.
Le
tigri blu sono invece dischetti che, come le pagine del libro
citato, hanno il potere, una volta toccati, di moltiplicarsi e
dividersi senza un'apparente spiegazione logica. Il protagonista di
questo racconto, uno studioso di Spinoza, venutone in possesso, è
costretto a riconsiderare tutte le leggi della matematica, sovvertite
da questo bizzarro, e altrettanto inquietante, fenomeno. Alla fine,
non senza spavento, sarà costretto a rinunciare all'idea
dell'esistenza di un universo costruito "more geometrico".
Gli
altri racconti sono di minore spessore, ma non per questo meno
apprezzabili.
Il
cuore ed il senso del racconto fantastico è proprio questo: le leggi
che ci sono famigliari non sanno spiegare un determinato avvenimento.
Il lettore prova quindi una vera e propria esitazione fra la
spiegazione naturale e quella soprannaturale degli avvenimenti.
Spetta
a lui la scelta finale.
Buona
lettura.
Titolo: Il libro di sabbia
Autore: J.L.
Borges
Editore:
Adelphi
Anno:
2004
Genere: Fantastico
Giudizio: Ottimo
Giudizio: Ottimo