venerdì 7 dicembre 2012


Il libro di sabbia


TRAMA: È il fantastico il carattere dominante di questi tredici racconti, cui se ne aggiungono altri quattro in appendice mai radunati in un volume, in cui si concentrano i temi e i simboli che a Borges sembrano connaturati. In "L'altro", Borges settantenne, seduto su una panchina a Cambridge nel 1969, discorre con se stesso ventenne, seduto su quella stessa panchina a Ginevra nel 1918; nel "Libro di sabbia", il narratore acquista un libro senza principio né fine, composto da un numero infinito di pagine numerate arbitrariamente. Questi racconti rappresentano un ritorno alle atmosfere lucidamente visionarie degli scritti degli anni Quaranta. Ma diversa è la scrittura. Lo stile piano, quasi orale, si congiunge con una trama impossibile.


RECENSIONE: Il libro di sabbia fu pubblicato per la prima volta nel 1975. L'editore Adelphi lo propone con l'aggiunta, in appendice, d'altri quattro brevi racconti. Borges, nella sua vita, scrisse effettivamente solo racconti, convinto che questi, a differenza dei romanzi, "si potessero abbracciare in un solo sguardo".
L'amore sconfinato per i libri emerge anche in quest'opera, a partire dal titolo stesso. Del resto, poche definizioni del libro, inteso come strumento, sono più efficaci rispetto a quella fornita dallo stesso autore: "Il più sorprendente fra i vari strumenti dell'uomo. Gli altri sono estensioni del suo corpo. Il microscopio, il telescopio sono estensioni della sua vista; il telefono, estensione della sua voce; l'aratro e la spada, estensioni del suo braccio. Ma il libro è un'altra cosa; il libro è un'estensione della memoria e dell'immaginazione."
In un'atmosfera onirica s'intraprende il viaggio attraverso le inquietudini, i paradossi e i temi ricorrenti dello scrittore. La biblioteca, il labirinto, lo specchio, l'altro.
Numerosi sono i riferimenti autobiografici. Nel racconto L'altro e in Venticinque agosto 1983 il protagonista (Borges medesimo) incontra un altro sé stesso in una diversa età: nel primo caso l'io narrante è il sé più anziano, nel secondo esattamente il contrario.
Ci si è spesso chiesti se Borges fosse più filosofo o più scrittore. Indubbiamente i suoi racconti, ricchi di citazioni, evidenziano la sua raffinatissima erudizione.
L'autore, per sua stessa ammissione, cominciò molto presto ad interessarsi alla filosofia. Nel racconto iniziale della raccolta, l'incontro fra i due Borges avviene davanti ad un fiume: l'accenno al tutto scorre di Eraclito, quindi, non risulta essere per nulla casuale.
I riferimenti filosofici non finiscono qui. Il tema dell'infinito, che l'autore propose in tante sue poesie, è ripreso anche ne Il libro di sabbia e Le tigri blu. Nel primo si narra di un libro costituito da un numero infinito di pagine, che si moltiplicano e dividono a seconda del momento. Impossibile sperare di mettere ordine fra le stesse pagine, poiché esse sono appunto come granelli di sabbia, che si disperdono e si ricompongono, senza rispondere ad alcuna legge fisica.
Le tigri blu sono invece dischetti che, come le pagine del libro citato, hanno il potere, una volta toccati, di moltiplicarsi e dividersi senza un'apparente spiegazione logica. Il protagonista di questo racconto, uno studioso di Spinoza, venutone in possesso, è costretto a riconsiderare tutte le leggi della matematica, sovvertite da questo bizzarro, e altrettanto inquietante, fenomeno. Alla fine, non senza spavento, sarà costretto a rinunciare all'idea dell'esistenza di un universo costruito "more geometrico".
Gli altri racconti sono di minore spessore, ma non per questo meno apprezzabili.
Il cuore ed il senso del racconto fantastico è proprio questo: le leggi che ci sono famigliari non sanno spiegare un determinato avvenimento. Il lettore prova quindi una vera e propria esitazione fra la spiegazione naturale e quella soprannaturale degli avvenimenti.
Spetta a lui la scelta finale.
Buona lettura. 



Titolo: Il libro di sabbia
Autore: J.L. Borges
Editore: Adelphi
Anno: 2004
Genere: Fantastico
Giudizio: Ottimo