martedì 7 febbraio 2012

Il buio e la colomba. Storie del presente remoto


TRAMA: In questo volume, sono contenuti i racconti che hanno vinto il premio Giuseppe Giusti per la narrativa inedita (2000) e altri, che hanno ricevuto, singolarmente, altri premi e segnalazioni. "Il buio e la colomba": premio "In-edito Holden" e un premio al Ceppo Proposte; "Il ventiseiesimo colloquio", secondo classificato al premio Lovecraft; "Con la luna e senza luna, signor tenente" e "Carne", pubblicati nell'antologia "Onda lunga"; "L'assedio e la cometa" finalista nel concorso "Le storie del novecento"; "Memoria esaurita", vincitore del premio Holden - Giallo Cremona"; "Il dodicesimo anniversario", finalista del premio Pordenone.it. La raccolta include inoltre racconti più recenti.

RECENSIONE Basta sfogliare Il buio e la colomba per entrare in contatto con un intero universo: quello che l’autore identifica col “presente remoto”, come evidenziato nel sottotitolo.
La narrazione di Selleri non può certo dirsi rilassante, anzi, più spesso lascia perfino sgomenti; eppure è trascinante, davvero coinvolgente.
Il libro è popolato da uomini in giacca e cravatta, giovani schiavi ai semafori, ragazzi di strada, impasticcati e ladruncoli per necessità, prostitute; amanti gelosi, amanti assassini, amanti assassinati.
Gli ambienti sono fra i più diversi: i motel, i quartieri residenziali, i cantieri abbandonati, la metropolitana, l’aperta campagna.
Ai racconti di Selleri ben si adatta una definizione che appartiene a Flannery O’ Connor: “Un racconto implica sempre, in forma drammatica, il mistero della personalità” 1.
Quasi tutti i personaggi, sia quelli solo abbozzati, sia quelli meglio descritti, paiono avvolti in un alone di mistero. Sono tutti caratterizzati da una solitudine che non è puramente e solo fisica, ma che sembra appartenere più all’anima che al corpo; una solitudine che sovente si traduce nella mancanza di una qualsiasi forma di moralità.
Il sangue scorre a fiumi, imbrattando gli eleganti divani di lindi appartamenti borghesi, le anonime stanze d’albergo, il sudicio asfalto delle tante periferie che incombono sulle metropoli.
Si resta impotenti di fronte a tanta efferatezza; passando da una storia all’altra (una sequenza simile a quella di tanti cortometraggi) si prova talora un senso di smarrimento, sebbene, dei fatti narrati, si possa solo restare increduli testimoni.
La morte è spesso preceduta dal sesso, se non addirittura a questo inesorabilmente collegata. D’altra parte, se il trapasso non avviene in modo violento, esso è in ogni caso indotto da una vita d’eccessi o da speranze andate irrimediabilmente deluse.
L’autore è senz’altro dotato di grande padronanza linguistica, e non solo perché spazia fra i vari dialetti, la parlata gergale e quella colta, ma soprattutto perché riesce ad interpretare, efficacemente, i singoli punti di vista del variegato mondo che rappresenta.
Ad esempio: la maestria dello scrittore raggiunge il suo apice dove riesce a rendere convincente finanche il pensiero estetico di una … tazza di porcellana.
Ne La padrona, infatti, il commento del dramma che si sta consumando è affidato all’oggetto che si trova riposto in una credenza, e che funge, suo malgrado, da spettatore; beffardamente, per altri protagonisti (più) “umani” del libro, non si può vantare lo stesso raziocinio, come nel caso di Con la luna o senza la luna, Signor tenente.
Oppure si pensi alle voci che descrivono il cantiere abbandonato – nel quale hanno trovato rifugio – e che appartengono a creature fra loro del tutto dissimili; due cani randagi ed una ragazzina che, per sopravvivere, è costretta a prostituirsi.
In altri racconti, invece, il segnale di una lucida follia, o dell’effetto distruggente della droga, è dato dall’incalzante ed ipnotico ripetersi d’alcune esclamazioni (Il merlo d’Augusta, La bella morte); fatta eccezione per Memoria esaurita, nel quale il riproporsi dell’identica frase costituisce il fulcro della narrazione stessa.
Resta al lettore il compito di interrogarsi sulla realtà che gli si mostra: essa è aderente alla nostra quotidianità, oppure è un poco romanzata?
Su di un importante particolare, ad ogni modo, io credo, si può essere concordi: Il buio e la colomba è una raccolta di bellissimi racconti.
1 F. O’ Condor : Nel territorio del diavolo – Ed. Minimum fax Roma pag. 63


Titolo: Il buio e la colomba. Storie del presente remoto
Autore: Selleri Aldo
Editore: Lampi di stampa – Collana: I libri di Alice.it
Anno della prima pubblicazione: 2004
Genere: Narrativa
Giudizio: Ottimo

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