domenica 3 marzo 2013

Bergen

.. il nemico è scappato è vinto è battuto
dietro la collina non c'è più nessuno
solo aghi di pino e silenzio e funghi ...
(F. De Gregori - Generale)

Bergen è una piccola città vicino ad Hannover. La segnaletica che conduce al campo di concentramento dove morì - fra gli altri - Anna Frank, é imprecisa e quasi assente.
Non esiste una biglietteria (questa non è un'attrazione turistica), solo una sala che raccoglie fotografie d'archivio, e documenti.
Al sito vero e proprio si giunge attraverso un breve tragitto; in totale, sono circa cinquantacinque ettari di terreno.
I miei occhi si posano su di un grande prato (secondo le note esplicative, in origine questa era la "main street" del campo, che aveva la funzione di suddividerlo in due aree ben distinte).
Un sentiero si snoda lungo tutto il perimetro dell'area; dietro un cespuglio si trovano i ruderi dei bagni, solitamente la prima tappa dei deportati.
Là dove nel 1945 sorgevano i depositi e gli uffici amministrativi, là dove si trovavano le baracche dei prigionieri, ora ci sono solo alberi.
Niente altro.
Più decentrati, l'obelisco dedicato agli ebrei, e le fosse comuni.
E poi il verde, una leggera brezza, il canto degli uccelli.
Terminata la visita, nel piazzale antistante l'ingresso, incrocio una comitiva di anziani turisti che è arrivata da poco. Fra questi, molti cominciano a scattare le prime fotografie, quasi freneticamente.

Rimarranno delusi, come é giusto che sia.

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