RECENSIONE:
“Massimo
Zaina (Friuli, 1964). Fa parte del contesto degli scrittori che
vivono in prima persona i fatti e le situazioni narrate. L'autore ha
vissuto per lunghi periodi all'estero, principalmente in Israele e
Londra; rientrato in Italia, ha studiato Architettura all'Università
di Venezia. Attualmente risiede e lavora a Madrid, città dalla quale
ha tratto spunto per la raccolta di racconti “Lo
scorpione”.
E' autore di “Lightin'
Hopkins alle sette”,
“21
giorni”, “5° livello”, “Preferirei
friggere
pancetta piuttosto che svuotare e disincrostare la Jacuzzi”.
Amante della letteratura americana, al momento sta scrivendo una
nuova raccolta di racconti. “
Questo
si legge sul risvolto di copertina della raccolta di racconti
intitolata Lo
Scorpione. L’influenza
della letteratura americana è piuttosto marcata: a Bukowski,
in particolare, è pure dedicata una citazione, riguardante il gentil
sesso: “le
donne hanno mandato sottoterra i migliori dei nostri.” I
protagonisti di Una
disgrazia dopo l’altra, Una puttana veniale, Silvana Mangano, Un
lavoro come un altro
bevono indifferentemente lattine di birra (in confezione da sei) o
superalcolici, sono uomini dal frasario semplice, frequentemente
intervallato da espressioni sboccate; e, manco a dirlo, apprezzano le
belle donne (soprattutto quelle formose, che si lasciano osservare
dal dirimpettaio, senza vergogna, mentre si fanno la doccia).
Individui privi di particolari interessi, che, insoddisfatti,
svolgono un banale lavoro; soggetti che si potrebbero definire, senza
tanti indugi, come degli “antieroi”. Personaggi molto simili a
quelli descritti da Raymond Carver, autore che fu tra i primi a
raccontare la disperazione di certa gente, quella che non appartiene
all’immagine patinata dell’America. ma che deve cercare di
sopravvivere all’alcool, ai conti di fine mese, ad una magra
esistenza.
Un
paio di “eroi”, tuttavia, nelle storie di Zaina, riusciamo ad
incontrarli: si pensi, ad esempio, a 5°
livello,
o al già citato Una
disgrazia dopo l’altra. L’autore,
in ogni modo, preferisce descrivere persone non dotate di particolare
coraggio, che, più semplicemente, si trovano a dover affrontare
delle situazioni-limite; grazie ad un po’ di fortuna (e cervello),
questi usciranno indenni dal disastro imminente. Una comune
caratteristica dei personaggi di Zaina è la loro assoluta
“normalità”: si tratta per lo più di persone consce dei propri
limiti, che, in alcuni casi, cercano solo di sbarcare il lunario, ed
in altri, trovano rifugio in una seconda identità, per dimenticare
lo squallore della vita quotidiana, come succede in L’uomo
che sembrava Clint Eastwood. Lo
scrittore non smentisce il suo stile minimalista neppure nella
descrizione di veri e propri crimini: rapido e incisivo, non lascia
molto spazio alle proprie emozioni, limitandosi alla pura e semplice
rappresentazione.
L’autore,
nei suoi scritti, non sembra inoltre dare particolare risalto alle
esponenti del sesso femminile: esse, solitamente, si distinguono per
le loro forme abbondanti ed una capacità intellettiva inversamente
proporzionale. Fatta eccezione per Impantanata,
toccante racconto dedicato ad un’amica ormai scomparsa, le donne
fanno semplicemente da sfondo a delle vicende che si traducono tutte
al maschile: vicende ambientate in parte in Spagna ed in parte nel
Friuli.
All’afa
opprimente dell’Estramadura, che può scatenare istinti omicidi e a
cui si può far fronte solo bevendo della birra ghiacciata (Impianto
chimico Valdecavalleros),
fa da contrappeso l’alba livida del nord est italiano, che tutti i
giocatori d’azzardo conoscono (Lo
scorpione,
L’alba):
in
ogni caso, Zaina non fa sconti per nessuno. Per chi sbaglia, il
prezzo da pagare è sempre molto alto.
“Levitai
silenziosamente, quasi sospeso ad una decina di metri dal suolo, in
pace con me stesso. Lontano vedevo le luci della frontiera con
Gorizia e ancora più dietro l’alba. Ripensai a mia madre e mi
chiesi se la luce dell’alba l’avrebbe incontrata nell’orto,
china sulle sue melanzane coperte dalla rugiada del mattino.”.
Titolo
originale: Lo scorpione
Autore:
Zaina Massimo
Editore:
Ibiskos Editrice
Anno
della prima pubblicazione: 2004
Genere:
Narrativa
Giudizio:
Buono
Nessun commento:
Posta un commento